Rassegna Stampa Assemblea del 4 ottobre 2017
10 Ottobre 2017Rassegna stampa 20/10/2017
20 Ottobre 2017Relazione dell’assemblea pubblica di Assorecuperi del 4 ottobre 2017
Tema dell’assemblea: “Difficoltà che incontriamo a smaltire il residuale”
Il giorno 4 ottobre 2017 a seguito della convocazione presso la sede di Assorecuperi – Confcommercio Corso Venezia 47 di Milano si è svolta con pieno successo l’assemblea pubblica avente per tema: “Difficoltà che incontriamo a smaltire il residuale”.
Erano presenti: il Presidente di Assorecuperi Tiziano Brembilla, l’assessore regionale all’Ambiente e Sviluppo della Lombardia avv. Claudia Terzi, il Presidente di Fise Unire sen. Andrea Fluttero e il Presidente di Fise Assoambiente Roberto Sancinelli, hanno partecipato all’evento numerose aziende operanti nel settore dei rifiuti e del recupero, rappresentanti di Comuni, di consorzi e diverse agenzia di stampa.
o o o
Il Presidente Brembilla ha spiegato i motivi che hanno portato alla convocazione dell’Assemblea.
“Le aziende lombarde che ritirano e trattano i rifiuti non sanno più dove smaltire il residuale, gli inceneritori e le discariche regionali sono saturi e i prezzi per i conferimenti stanno lievitando.
Questo nonostante in Lombardia ci siano ben 13 inceneritori di rifiuti con una notevole capacità di ricezione che potrebbe soddisfare tutto il fabbisogno regionale e permettere lo smaltimento anche di notevoli quantità di rifiuti extraregionali.
La crisi scaturisce dall’entrata in vigore del Decreto Sblocca Italia, ed in particolare dell’art. 35, con il quale il Governo ha permesso da un lato di aumentare i quantitativi di rifiuti trattati dagli inceneritori, bypassando le varie restrizioni imposte dalle autorizzazioni rilasciate dalla regione, dall’altro ha imposto agli stessi di dare priorità ai rifiuti urbani extraregionali rispetto agli speciali locali. Questo obbligo ha creato l’odierna situazione di crisi: gli inceneritori sono saturati dai rifiuti extraregionali mentre il residuale derivante dall’urbano lombardo e i rifiuti speciali delle aziende locali non possono più essere smaltiti.
Gli operatori lombardi sono stati così costretti a cercare siti di smaltimento in altre regioni ed all’estero, pratica che però comporta costi burocratici (notifiche) e di trasporto insostenibili.
Faccio notare che anche all’estero ci sono grandi problemi per lo smaltimento a causa della chiusura da parte della Cina dell’importazione dei rifiuti riciclabili (plastica, carta, tessuti e derivati ferrosi). Migliaia di tonnellate di rifiuti, che fino ad oggi venivano riciclati e trasformati in prodotti in Cina, oggi non trovano più sbocchi sul mercato europeo e devono essere smaltiti negli impianti di recupero energetico comportando una gara al rialzo dei prezzi di conferimento”.
La problematica principale: come facciamo a smaltire il residuale, il Presidente Brembilla l’ha girata all’assessore Terzi.
o o o
L’Assessore avv. Terzi disanima la situazione:
“L’articolo 35 del D.L. 2014 n°133 detto “Sblocca Italia” obbliga gli inceneritori a smaltire in via prioritaria i rifiuti urbani regionali ed extra regionali. Nonostante siano state aumentate le potenzialità di trattamento autorizzate, questo obbligo ha portato a distanza di 2 anni alla saturazione degli impianti lombardi di incenerimento che non hanno più spazi da destinare al conferimento del residuale derivante dal trattamento degli urbani e dei rifiuti speciali lombardi. Il sistema lombardo è stato approntato per garantire l’autonomia nella gestione dei rifiuti (in regione sono presenti ben 13 inceneritori), ma sta collassando a causa dell’entrata in vigore dell’art. 35.
Questa situazione la possiamo definire una crisi che comporta un aggravio dei costi in generale per lo smaltimento dei rifiuti, ma soprattutto crea un danno ambientale a causa dell’aumento delle emissioni: da una parte in Lombardia si bruciano i rifiuti provenienti da tutta Italia, dall’altra gli operatori locali devono trasportare i propri rifiuti all’estero con un aumento vertiginoso delle movimentazioni su gomma.
Per eliminare il problema servirebbe una modifica della norma nazionale approntando una diversa scrittura o ancora meglio l’abrogazione dell’art. 35. Purtroppo Regione Lombardia non ha competenza sulle norme nazionali e il governo non ha mai risposto alle richiesta della regione che pervengono da prima dell’entrata in vigore della legge. Regione Lombardia ha già provato ad emanare proprie norme, che purtroppo sono state annullate dalla Corte Costituzionale a causa di un vizio di incompetenza. L’Assessore annuncia nondimeno la volontà di Regione Lombardia di adottare una DGR in materia, che possa preservare la pianificazione regionale consentendo di avviare ai termovalorizzatori anche il residuale. In tal caso non si possono tuttavia escludere ulteriori contenziosi”.
o o o
Il Presidente Sancinelli esprime la sua preoccupazione riguardo alla sostenibilità dell’economia circolare e del sistema della raccolta differenziata e prende in esame, in modo particolare, la filiera del recupero della plastica:
“Ogni operazione di trattamento comporta la produzione di scarti non riciclabili che possono raggiungere il 40% della quantità totale della raccolta differenziata, la sostenibilità della filiera di recupero deriva pertanto da quanto si ricava dalla commercializzazione della materia prima seconda (in breve MPS). Se il costo di smaltimento del residuale, che è voce primaria, aumenta a dismisura, il prezzo delle MPS in vendita, che deve tener conto oltre ai costi di lavorazione anche al costo per lo smaltimento del residuale, non risulta essere concorrenziale e di conseguenza tutta la filiera crolla, insieme alla raccolta differenziata”.
Il Presidente Sancinelli, lancia una provocazione dove ipotizza la costituzione di un consorzio degli operatori del recupero, finalizzato alla gestione di un termovalorizzatore, per cercare di garantire così, le condizioni per la sopravvivenza delle filiere di recupero.
o o o
Il Presidente Fluttero sostiene che la sostenibilità dell’Economia Circolare e quindi dell’operatività delle aziende del recupero derivi dall’ampliamento del consumo delle MPS e fa notare che la Comunità Europea ha in previsione di attuare una politica di incentivazione all’acquisto delle MPS.
Nella gestione dell’economia circolare si deve prevedere una risultanza di residuale non recuperabile che dovrà essere smaltita, a condizioni accessibili.
o o o
I rappresentanti delle aziende intervenendo nel dibattito, hanno manifestano forti preoccupazioni riguardanti le difficoltà di smaltimento dei rifiuti residuali e di quanto la situazione sia diventata insostenibile. Altri imprenditori intervengono sottolineando che il problema non riguarda soltanto le aziende, in quanto l’aumento dei costi per le imprese del recupero può tradursi in un aumento anche per i Comuni con conseguente incremento della TARI.
In conclusione Assorecuperi, Regione Lombardia, Fise Unire e Fise Assoambiente si impegnano, ad avviare una azione congiunta per sensibilizzare il Governo, i vari soggetti interessati, al fine di trovare una soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti in Lombardia, se ciò non dovesse bastare, su suggerimento dell’assessore Terzi, si potrebbe ipotizzare di indire un referendum per chiedere l’abrogazione dell’art. 35 del Decreto Salva Italia.
Il coordinatore del comitato scientifico di Assorecuperi, avv. Mara Chilosi, suggerisce di prendere in considerazione la possibilità di un avviare un procedimento presso l’Antitrust riguardo all’incremento ed al successivo livellamento dei prezzi per lo smaltimento del residuale. A tal fine, sarà necessario raccogliere dati e informazioni presso le imprese, i Comuni ed altri operatori interessati.
Chiude l’assemblea il Presidente Brembilla, evidenziando che l’evento rappresenta soltanto l’inizio dell’iniziativa e invita tutte le aziende a dare il loro supporto alle Associazioni di categoria che li rappresentano.
Si annuncia un nuovo incontro e dibattito in occasione della Fiera Ecomondo, il giorno 10/11/2017 alle ore 14,00 presso lo stand di Assorecuperi. Si confida in un’ampia partecipazione delle imprese associate.