End of waste e recupero rifiuti – Nasce il Registro REcer
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19 Giugno 2020ASSORECUPERI: IL RECUPERO DEL TESSILE È AL COLLASSO, VANNO RIATTIVATE LE FILIERE E SOSPESI I CONTRIBUTI A COMUNI E AZIENDE DI IGIENE URBANA
“La possibilità concessa ai Comuni di sospendere la vendita ambulante di abiti usati è l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza dei decisori ad affrontare le sfide poste dalla situazione di forte criticità in cui versa il Paese” ha dichiarato il Presidente di Assorecuperi Tiziano Brembilla riferendosi al DPCM Rilancio-Aperture e alle linee d’indirizzo regionali ad esso allegate.
“L’Economia Circolare, invece di essere sostenuta e protetta, viene ostacolata senza alcun riguardo e senza solide ragioni, sull’onda soltanto dell’emotività, con il rischio, tra l’altro, di soffocare le imprese che lavorano nella legalità, consegnando intere fette del settore dei rifiuti alla criminalità”.
“Affinché gli abiti usati e dismessi vengano riutilizzati oppure riciclati, c’è una filiera da mantenere in equilibrio: ci sono operatori profit e non profit che si dedicano alla raccolta, allo stoccaggio e alla selezione e igienizzazione. Il 60% circa del raccolto è avviato a filiere del riutilizzo dove ci sono grossisti nazionali e internazionali e dettaglianti che offrono l’abito usato igienizzato a chi poi lo dovrà indossare”.
“Quando si rompe un anello della catena si rompe tutta la catena”, spiega il rappresentante dei recuperatori italiani. “E qui, addirittura, abbiamo due anelli chiave che si stanno rompendo. Il primo anello è quello dei raccoglitori, che sono sull’orlo del collasso: da un lato sono obbligati a proseguire nel loro servizio gratuito di raccolta differenziata sostenendo autonomamente i costi operativi nonostante il blocco dei ricavi economici causato dalle restrizioni imposte sugli sbocchi commerciali; dall’altro lato, spesso pagano sostanziosi contributi economici a Comuni o aziende di igiene urbana in cambio del diritto di raccogliere. L’altro anello che si sta rompendo sono gli ambulanti dell’usato, ai quali in numero crescente di città, pur senza alcun concreto e verificato pericolo per la salute pubblica, viene impedito di vendere la merce sanificata. Questa situazione deve cambiare: chiediamo a tutti i Comuni e tutte le aziende di igiene urbana di sospendere le richieste economiche sul servizio di raccolta del rifiuto tessile e di avviare un dialogo con gli operatori per pianificare in modo sensato il futuro della filiera. A tutti i Comuni, chiediamo anche di riattivare immediatamente la vendita di usato sulle aree pubbliche laddove fosse stata sospesa”. Non vi sono infatti evidenze scientifiche che giustifichino il blocco del settore e comunque occorre mettersi al tavolo per un dialogo costruttivo, evitando scelte irrazionali e ingiustificate senza via di ritorno.
Il Presidente
Tiziano Brembilla