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28 Ottobre 2021Fare dell’Italia una locomotiva europea della green economy: una roadmap al 2030
Un percorso con obiettivi precisi al 2030 e, soprattutto, una legge sul clima: l’Italia ha le carte in regola per diventare così una delle locomotive europee della green economy.
La green economy italiana può infatti fare nel prossimo decennio un grande passo in avanti grazie alla decarbonizzazione e l’economia circolare; al piano europeo di Green Deal e le risorse del PNRR; alle nuove opportunità di innovazione e investimento, rafforzando e rilanciando, così, importanti settori produttivi di beni e servizi nazionali.
Questi i temi al centro della decima edizione degli Stati Generali della green economy, che, hanno preso il via a Rimini nella cornice di Ecomondo-Key Energy, con uno sguardo rivolto alle sfide dei prossimi 10 anni.
La due giorni green è promossa dal Consiglio Nazionale della Green Economy, composto da 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica e la Commissione europea e con il supporto tecnico della nostra Fondazione.
Questo quanto prevede la roadmap proposta dagli Stati generali green economy per il 2030:
- approvare una legge per la protezione del clima per aumentare il passo nelle misure per la neutralità climatica;
- raddoppiare le rinnovabili dal 20 al 40% e tagliare il consumo di combustibili fossili del 40% al 2030;
- introdurre misure di adattamento;
- coinvolgere attivamente le città nel raggiungimento dei target climatici;
- valorizzare e sviluppare i potenziali dell’Italia per l’economia circolare e il riciclo vincolando almeno il 50% delle risorse del PNRR per sostenere progettazione e innovazione di processi produttivi e di prodotti in direzione circolare;
- semplificare le procedure End of waste e promuovere l’impiego di materiali riciclati;
- accelerare la decarbonizzazione dei trasporti aumentando gli investimenti per il trasporto pubblico locale, disincentivando l’uso dell’auto privata in città e approvando una legge quadro per la mobilità condivisa;
- sostenere la transizione ecologica dell’agricoltura;
- approvare la legge per la tutela del suolo;
- migliorare la tutela e la valorizzazione del capitale naturale e recuperare i ritardi dell’Italia nella digitalizzazione per sostenere la transizione ecologica.
Questa proposta è tanto più urgente in vista della prossima Cop26 sul clima di Glasgow.
“L’Italia – ha dichiarato Edo Ronchi che, per il Consiglio nazionale della green economy svolge la relazione introduttiva agli Stati generali – non deve perdere questa occasione: deve puntare, con più decisione, a far parte delle locomotive europee della green economy. Vincendo la sfida della neutralità climatica con un’economia decarbonizzata e competitiva, capace di generare maggior occupazione e un miglior benessere, si costringerà così anche la Cina e gli altri paesi ritardatari, ad inseguire. Ritengo giusto sollecitare la Cina, che è una superpotenza economica, alla Cop 26 affinché prenda maggiori impegni reali per l’attuazione dell’Accordo di Parigi, respingendo il suo tentativo di nascondersi dietro ai Paesi in via di sviluppo, per mascherare il suo disimpegno. Non si può però consegnare alla Cina l’esito della Cop 26, anche perché con la conferma di un massiccio l’uso del carbone, rifiutando impegni di riduzione delle proprie gigantesche emissioni di gas serra fino al 2029 e rinviando il suo percorso di decarbonizzazione, la Cina ha già deciso. Il successo della Cop 26 dipende dal consolidamento dell’alleanza dei Paesi che si tanno impegnando per la neutralità climatica, guidati dall’Europa e dagli Stati Uniti: l’alleanza di coloro che, non senza difficoltà, stanno facendo della neutralità climatica una leva di Green Deal, per superare la recessione causata dal Covid”