Tribunale di Roma, Ordinanza 2 marzo, 2017, n. 63 – per la caratterizzazione del rifiuto è necessario e sufficiente basarsi sull’analisi chimica delle sostanze pertinenti in base al processo produttivo
5 Giugno 2017Responsabili tecnici gestione rifiuti, al via i nuovi requisiti
9 Giugno 2017Intervento del Presidente di Assorecuperi al tavolo interassociativo
Gentili Signori/e,
Assorecuperi, è l’Associazione nazionale delle imprese operanti nel settore del recupero di rifiuti, aderente a Confcommercio, è stata fondata nel 1971 allo scopo di rappresentare gli interessi e le istanze degli operatori professionali del settore del recupero dei rifiuti.
I nostri soci sono le piccole e medie imprese attive in tutte le filiere del recupero,
è specialmente grazie al loro impegno, dedizione e professionalità che l’Italia è riuscita a raggiungere gli obiettivi prefissati per il recupero dei rifiuti.
Il perseguimento di un’economia circolare non è solo una questione ambientale ma rappresenta un’opportunità di crescita, permette il miglior impiego delle risorse aumentando la competitività delle aziende e crea nuovi posti di lavoro.
Nonostante questo, ancora oggi il settore della gestione dei rifiuti soffre di un eccessivo carico burocratico, di normative non adeguate e di un’immagine negativa. Tutto ciò ostacola lo sviluppo di nuove iniziative, rallenta il processo di innovazione e adeguamento delle strutture, con un conseguente ritardo rispetto ai nostri partner europei.
Il tema dell’assimilazione dei rifiuti speciali agli urbani riguarda in modo particolare le imprese del recupero e tutti i produttori dei rifiuti. Il vuoto normativo in materia di assimilazione, che aspetta di essere colmato dall’entrata in vigore del decreto Ronchi dal lontano 1997, lascia nel frattempo piena discrezionalità ai comuni di determinare le quote e la tipologia di rifiuti da assimilare agli urbani.
Questa discrezionalità gestita dai comuni ha portato, nella maggior parte dei casi, a un aumento del prelievo tributario e a una riduzione della libera concorrenza tra le imprese.
Tanto è vero i Comuni con questa discrezionalità, hanno incrementato la tassazione sui rifiuti (TARI), determinando un aumento inaccettabile dei costi sia a carico dei produttori di rifiuti, che a carico dei gestori degli impianti, anch’essi soggetti a tassazione, a volte in maniera assolutamente arbitraria.
Negli ultimi anni si è visto come i Comuni si siano potuti espandere in settori e attività che esulano dalla classica gestione pubblica dei rifiuti urbani e speciali assimilati agli urbani, facendo concorrenza sleale alle aziende private che molto spesso sono più avanzate dal punto di vista gestionale e tecnologico delle pubbliche.
Quello dei rifiuti è peraltro un mercato pienamente liberalizzato, in cui l’iniziativa economica pubblica dovrebbe essere limitata al servizio pubblico e non alla concorrenza sleale alle imprese.
La concretizzazione di questo progetto interassociativo, rappresenta un passo importante per tutte le aziende del recupero, che potranno avere una rappresentanza più forte.
Mi auguro che gli enti e istituzioni possano confrontarsi con questo tavolo al fine di trovare delle intese comuni.
Il Presidente
Tiziano Brembilla